Viaggiatori,
Avete mai pensato di pedalare per più di 200 Km in mezzo alla natura, con una bassissima presenza di auto e di sbarcare come valorosi avventurieri nella meravigliosa Venezia? Beh certo, mica tutti in un’unica giornata, ma suddividendo le tappe per scoprire le meraviglie in cui pernottare e degustare prodotti tipici del luogo con tutta la calma del mondo.
Andiamo alla scoperta di una tra le più vaste aree umide in Italia, il Delta del Po, che grazie al suo costante lavoro di trascinamento di sabbia e acqua fino all’abbraccio col mare Adriatico, dà luogo ad una delle più varie biodiversità presenti nel nostro paese: oltre 52.000 ettari in Emilia Romagna tra le province di Ferrara e Ravenna, e circa 12.000 ettari in Veneto all’interno della provincia di Rovigo.
Fenicotteri e Aironi bianchi sono sicuramente gli inquilini principali di questo angolo di Italia, ma anche il Falco di Mare, l’Avocetta e le oltre 50 specie di pesci, 10 specie di anfibi, 15 specie di rettili, 40 specie di mammiferi e più di 1000 specie di piante, rendono il Delta del Po un posto speciale da visitare almeno una volta.
Un vero e proprio paradiso per naturalisti, biologi, turisti e birdwatchers. Una grandiosa area verde incorniciata da boschi secolari, pinete ed oasi che si alternano a preziose testimonianze architettoniche.
E’ un area che si presta benissimo ad essere esplorata con la bicicletta e con tappe ben studiate, può essere una vacanza ideale da fare con i bambini. Nei vari ingressì è sempre presente una cartellonistica molto chiara e dettagliata dei vari punti di interesse, delle ciclabilie delle strade bianche. Oggi noi vi proponiamo una delle tante alternative possibili, ma se date un’occhiata alla mappa qua sotto, vi accorgerete che ci sono possibilità infinite, per tutti i tipi di gamba!

COMINCIA IL VIAGGIO!
Tappa 1
Cervia –> Ravenna (35 Km)
Partiamo dalle rigogliose e profumate pinete ravennati di Cervia per spingerci fino alle ampie lagune litoranee – ricche e preziose aree di biodiversità – per visitare le saline di Cervia ed osservare l’ecosistema tipico di una società che basava la sua economia sulla lavorazione della sale. Si possono visitare le saline con diverse tipologie di escursioni: a piedi, in barca elettrica, in bicicletta, in trenino e in canoa. Una tappa obbligatoria è presso il Museo del Sale di Cervia dove fotografie, video e testimonianze vi chiariranno ancora meglio la particolarità di questa zona che ancora oggi esporta il suo pregiato sale di Cervia.
Tornati in sella ci spostiamo per la seconda tappa Basilica di Sant’Apollinare in Classe: primo vescovo di Ravenna, fondata sul luogo del martirio e dove ci sono i resti di alcune parti delle sue spoglie, la basilica è inserita dal 1996 nella lista dei siti italiani patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. A nostro avviso è il must-seen di Ravenna, la più imponente e maestosa tra le basiliche Ravennati. Il ciclo di mosaici e la straordinaria decorazione del catino absidale risalgono alla metà del VI secolo circa, e di certo non dimostrano la loro età. Accanto alla basilica ci sono gli scavi della grande area archeologica dell’antica città di Classe, sede della flotta romana nell’Adriatico.
Entrata in Ravenna città, breve visita e pernotto. Il Mercato Coperto può essere una buona opzione per cenare o rinfrescarsi un aperitivo nel vecchio mercato totalmente ristrutturato, dal gusto moderno dove non dimenticarsi affatto dei piatti della tradizione come cappelletti e altri tipi di pasta fresca tirata a mano, fare una degustazione di vini locali o gustarsi un buon gelato con latte a Km zero.

Tappa 2 (21-36 Km)
Ravenna –> Comacchio
Costeggiando l’arenile all’ombra delle pinete si passano Marina di Ravenna dove un piccolo passaggio su chiatta di 2′ vi condurrà a Porto Corsini, piccolo paese che ha mantenuto la sua anima pacifica di borgo di pescatori. Si raggiunge via pineta Casalborsetti dove si aprono due possibilità per raggiungere Comacchio, la piccola Venezia:
– costeggiando il lato sinistro del percorso che costeggia la laguna e tocca paesi come Sant’Alberto e La Rotta(36,6 Km)
– rimanendo sul lato destro della laguna attraversando la riserva della Sacca di Bellocchio e i Lidi Ferraresi (21,4 km)
Raggiunta Comacchio, rinomato borgo lagunare noto per storia e architetture metafisiche, dopo aver fatto una una passeggiata lungo il Loggiato dei Cappuccini ed aver scavallato le sue “piccole calli” potreste avere voglia di conoscere qualcosa in più sulla lavorazione dell’anguilla (Presidio Slow Food) piatto imperdibile di questa zona.

La Manifattura dei Marinati è una fabbrica attiva per alcuni mesi l’anno ed è un museo perché mantiene viva una tradizione con un percorso storico testimoniale. La storia e la lavorazione dell’anguilla sono per la città lagunare uno degli elementi caratterizzanti, per questo con il recupero del grandioso complesso della fabbrica del marinato, incastonato nel centro storico di Comacchio, è nata, o meglio rinata, la fabbrica dei pesci. Le anguille, pescate nelle Valli salmastre che circondano la città, da secoli vengono lavorate e conservate secondo un procedimento di marinatura rimasto inalterato nel tempo. In passato questa attività veniva svolta da una molte famiglie che per conto dell’Azienda Valli, provvedevano alla marinatura. Nei primi decenni del ‘900 anche la lavorazione rientrò fra le prerogative dell’Azienda, unitamente alla coltura ittica, alla vigilanza, all’amministrazione interna e alla commercializzazione del pescato. Un’attività che si è protratta consecutivamente per oltre sessant’anni coinvolgendo, nel periodo deputato alla lavorazione, un gran numero di maestranze.
Se l’anguilla non fa per voi, potrete optare per un ottimo crudo di pesce: per quest’ultima opzione la Pescheria Tre Ponti è una certezza. Potete comprare del pesce fresco e cucinarvelo oppure optare per un apericena direttamente nel piccolo piazzale adiacente.
Pernotto a Comacchio

Tappa 3 (33 Km)
Comacchio –> Santa Giustina
Puntiamo a nord attraversando i lidi Ferraresi (Lido di Volano e Lido delle Nazioni) con una deviazione per ammirare una delle notevoli “Delizie Ferraresi” – l’Abbazia di Pomposa – e farsi una cultura con i vini di sabbia: QUI vi diamo un paio di consigli per delle degustazioni che potrebbero solleticare il vostro palato con vini dal sapore decisamente insolito,
Capolavoro dell’arte romanica, l’Abbazia di Pomposa si trova a pochi Km dalla piccola Codigoro e spicca agli occhi dalla verde pianura anche al ciclista più distratto che corre lungo la Romea. Risale al IX secolo ed è indubbiamente una delle più importanti di tutto il Nord Italia grazie ai suoi tesori di arte e di storia ed al fatto di essere divenuta nel tempo un fiorente e famoso centro monastico. Le prime notizie dell’Abbazia risalgono già ai secoli VI-VII, quando sorse un insediamento benedettino su quella che era l’Insula Pomposia, un’isola boscosa circondata da due rami del fiume e protetta dal mare.

Ripartenza alla volta di Santa Giustina e pernotto.
P.S:In zona Santa Giustina si trovano diverse osterie, tra le quali ci piace nominare l’Osteria Delta del Po, che propone un menù con piatti a km zero, dal radicchio rosso agli asparagi, dai salumi locali ai formaggi alla polenta accompagnati dai vini del bosco Eliceo.
Tappa 4 (28 Km)
Sant Giustina –> Porto Levante
Seguendo il ritmo lento del pedalare ci sarà modo di conoscere qualcosa in più sulla coltivazione dei mitili nella zone della Sacca degli Scardovari. Uno dei paesaggi più riconoscibili e caratteristici del Delta del Po: un grande bacino che si estende per diversi chilometri nell’entroterra, affacciato sul mare e interessato dalla presenza delle tipiche cavàne dei pescatori (case costruite e sospese sull’acqua tramite palificazioni). Il nome Scardovari deriva dalla “scardova” (o scardola), un pesce molto abbondante in zona verso la fine del Settecento.
Zona di passaggio tra l’habitat d’acqua dolce e quello marino rilascia una salinità variabile dovuta al continuo incontro tra le acque dei fiumi e quelle salate dell’Adriatico. Il bacino è protetto dal mare da sottili lingue di terra e banchi sabbiosi. Formatasi con il continuo rimodellamento della linea costiera dovuto all’evoluzione del Delta, la sacca ha una superficie di circa 3.200 ettari, con una profondità media di circa un metro e mezzo. Grazie a questa particolarità si crea un ambiente lagunare che ben si presta all’acquacoltura: la prima cooperativa di pescatori risale già al 1936. Attualmente la produzione di cozze, vongole e ostriche provenienti da questa zona è una realtà consolidata, che coinvolge molti operatori e aziende familiari.
La traversata continua lungo il grande fiume Po, scavallando ponti galleggianti appesi sui suoi rami del Delta moderno.La bellezza delle tamerici che si specchiano nell’acqua culla dolcemente l’arrivo sul piccolo attracco sul Po di Levante.
Pernotto
Tappa 5 (30 Km)
Porto Levante –> Sottomarina –> Chioggia
Sbarcati sulla riva nord ci apprestiamo ad entrare a Chioggia, la con architetture goticheggianti all’ombra del leone alato, la suggestiva e operosa città di Chioggia. Siamo a circa 40Km da Venezia e l’influenza della città lagunare la ritroviamo indubbiamente nella piccola e deliziosa Chioggia: la sua fisionomia, i suoi canali scavalcati da ponti e le vie fiancheggiate da edifici veneziani ne fanno una chicca troppo spesso oscurata dall’immagine di Venezia. L’anima di Chioggia e dei suoi abitanti esce allo scoperto lentamente, passeggiando tra le sue calli, ascoltando i dialoghi (o le baruffe) dei pescatori nei bar (per chi li capisce!) e sbirciando nelle sue case.

Siamo sul mare, non dimenticatevi una visita al mercato del pesce. Situato tra il canale della Vena e il corso del Popolo, viene venduto pesce freschissimo dell’Adriatico e della laguna. La vera anima peschereccia di Chioggia, comunque, la troviamo lungo il canale di San Domenico: un continuo via vai di pescherecci e imbarcazioni che ti fanno capire quanto sia importante, in termini economici, questo tipo di attività per la città.
Attraversando il ponte Vigo ad esempio si ha una bellissima visuale sul canale della Vena. Questo è il canale più caratteristico della città, un piccolo angolo di Venezia che offre scorci davvero suggestivi per scattare splendide foto. Dopo aver percorso tutto il Corso del Popolo si arriva alla piazzetta Vigo, una piazza che si apre sulla laguna e da dove partono i battelli per Pellestrina e per Venezia. Nel centro della piazza sorge una colonna in marmo greco con capitello bizantino che regge un leone di San Marco. Attenzione ai commenti sul pacifico gattone: battezzato “Gato de Ciosa” (il gatto di Chioggia), non trova molti consensi negli abitanti di Chioggia che lo vedono come il “fratello brutto” rispetto a quelli spavaldi in piazza San Marco. Voi non girate il coltello nella piaga, mi raccomando!
Tappa 6 (1,2 Km)
Chioggia –> Pellestrina –> Lido di Venezia
Breve passaggio in vaporetto per raggiungere l’esile isola di Pellestrina, schiacciata fra la laguna veneziana e il golfo della Serenissima. Piccoli borghi dalle case variopinte che si affacciano tutte in fila sulla laguna, giardini fioriti e orti, un paio di ristorantini dove assaggiare la verace cucina lagunare, spiagge sabbiose frequentate solo dagli isolani, un tranquillo lungomare per le passeggiate e quaranta ettari di riserva naturale protetta: questa è l’isola di Pellestrina, sottile lingua di terra allungata per 11 chilometri fra mare Adriatico e laguna. La si gira comodamente in bicicletta, a piedi, in autobus o bicicletta: è impossibile perdersi, basta seguire la strada che costeggia i Murazzi – le fortificazioni che proteggono Pellestrina dal mare – e che collega tra loro i piccoli paesi di pescatori, ortolani e merlettaie, dove si respirano tradizioni purtroppo quasi del tutto scomparse causa globalizzazione…

Dal piccolo mondo antico di Pellestrina dovete solo decidere se avete la forza di lasciarlo – e gettarvi nell’internazionale Venezia – o girare il muso della bici e salutare questo splendida parte della nostra Italia del nord est.
A voi la scelta, l’importante come sempre, è andare..nel frattempo qui trovi la 👉🏽LA MAPPA DELL’ITINERARIO
Ti piacerebbe vivere UN’ESPERIENZA cOSI’?