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L’ALTO MOLISE: PAESI E TRADIZIONE SOSPESI NELLO SPAZIO TEMPO

L’ALTO MOLISE: PAESI E TRADIZIONE SOSPESI NELLO SPAZIO TEMPO

Buon giovedì VANNER e VAN LOVER, come state in questi primi giorni di Settembre?
Noi col pensiero torniamo spesso in Molise tanto che pensiamo esista davvero il “mal di Molise”: d’altronde è facile farsi venire un tuffo al cuore ripensando alla pace, alla bontà della cucina e alla gentilezza dei Molisani.
Bene, bando alle ciance e riprendiamo il nostro viaggio in terra Molisana puntando verso nord, c’è ancora molto da raccontare!

DALLA FORGIATURA DELLE CAMPANE ALLA LAVORAZIONE DEL CACIOCAVALLO  

fino alle strade panoramiche che attraversano il parco nazionale di Abruzzo, Molise e Lazio  l’alto Molise è ricco di natura e tradizione. Formato da colline e catene montuose di altitudine compresa tra i 600 e i 2.200m s.l.m che ospitano piccoli borghi, laghi naturali e artificiali non è difficile vedere animali inconsueti – come cervi e il famoso orso marsicano – “scendere a valle” provocando l’emozione di turisti e abitanti, anche se questi ultimi ormai abituati a vivere certe situazioni.

Se partite da Termoli sarà piacevole raggiungere Campobassoper poi proseguire verso l’alto Molise, percorrendo la strada statale 647 (Fondo Valle del Biferno), ben tenuta e panoramica: si attraversa l’omonima valle del Biferno, passando su un lungo viadotto sopra la diga del Liscione ed il lago di Guardialfiera.
Si tratta di un invaso artificiale realizzato intorno agli anni settanta per rifornire una zona del Basso Molise di acqua potabile ad uso domestico, agricolo e industriale. Il lago di Guardialfiera e la sua diga sono meta ideale per gli appassionati di camminate e fotografie o anche semplicemente per un picnic a riva del lago e come tutti i laghi anche lui ha la sua leggenda, scopritela QUI

diga del Liscione

Tappa obbligatoria per la spettacolarità del monumento è il Santuario dell’addolorata, passato agli onori delle cronache sia per la bellezza architettonica di questo complesso che per essere stato scelto da papa Bergoglio – nel 2014 – per celebrare la giornata della gioventù.

SANTUARIO DELL’ADDOLORATA 

Si trova in un contesto montano che lo rende davvero suggestivo, a pochi chilometri dall’incantevole borgo di Castelpetroso, tra le valli di Bojano e Carpinone.
Leggenda narra che il 22 marzo 1888 la Vergine Maria apparve a due contadine del luogo mentre cercavano una pecorella smarrita: una delle due donne vide comparire la Maria Addolorata, inginocchiata e col figlio morto ai piedi, sguardo verso l’alto e braccia aperte in atto di offerta.
Il 26 settembre dello stesso anno, l’allora vescovo di Bojano si recò sul luogo dell’apparizione ed il miracolo si ripetè. Iniziò così nel 1890 la costruzione- in stile neo-gotico e con uso di pietra locale per mano di Francesco Gualandi da Bologna – di quella che divenne la basilica più importante di tutto il Molise.

Consacrata solo nel 1975, oggi la Basilica Minore dell’Addolorata è meta di pellegrinaggio da ogni angolo d’Italia. Il modo più suggestivo per raggiungerla?
Percorrendo il Sentiero Tobia, che unisce al tema religioso il tema naturalistico e che rappresenta un’importante opera di salvaguardia e di valorizzazione del territorio.

cardo selvatico
cardo selvatico

Proseguiamo lasciandoci alle spalle la spiritualità della basilica per iniziare la salita sui monti, direzione camping Cerritelli a Vastogiradi.

camping Cerritelli

Ottima base per esplorare le località circostanti, al camping Cerritelli la cordialità è di casa, così come l’aria fresca data dalla sua location in mezzo al bosco, piazzole spaziose e punti barbecue per sbizzarrivi con grigliate a base di carni locali, perchè ricordatevi:

In Molise il cellulare non prende mai e per Google molte strade non esistono, ma le macellerie sì e sono davvero ovunque!

AGNONE

Agnone è per antonomasia la “città delle campane” perchè, cari vanner e van lover, qui ha sede una delle poche fonderie di campane ancora attive che si trovano in Italia. Va da sè che Agnone è anche una delle cittadine più visitate e strutturate del Molise, con una densità di “chiese per abitante” altissima! 😁
Le tante chiese di cui appunto è costellata la città, sono in stile romanico-gotico, famose per conservare importanti opere di Duprè, Monteverde, Colombo, Gamba.
I leoni del 1200 che decorano palazzo Nuonno, detto anche “il palazzo dei fantasmi”, così come i portali e le bifore decorate, testimoniano la presenza ad Agnone di una importante comunità di veneziani sin dai tempi antichi.
Se vi piacciono le storie di fantasmi potete approfondire il mistero di palazzo Nuonno da QUI

Non potete perdervi la visita guidata alla fonderia di Campane Marinelli: già la visita del forno in cui avviene la colata del bronzo fuso, vale l’esperienza!
Il tour è tenuto dagli stessi operai più anziani ed esperti – ed è molto toccante sentire attraverso le parole di chi ci lavora ogni giorno da molti anni – la fatica ed il calcolo incredibile che stanno dietro alla realizzazione di una campana.

la fonderia Marinelli è storica e GODE DI fama mondiale

grande vanto per la città di Agnone, considerando che esporta campane in tutto il mondo e che l’attività si tramanda di generazione in generazione, mantenendo viva una tradizione forte e particolare come quella dei campanari.
Piccola curiosità: nel 1924 Papa Pio XI concesse alla famiglia Marinelli il privilegio di effigiarsi dello Stemma Pontificio e nel 1995 la fonderia ricevette la visita di San Giovanni Paolo II.

ingresso fonderia Marinelli
fonderia campane Marinelli

Scommettiamo che rimarrete affascinati dal vedere la “nascita” di una campana e dei vari modelli (dal medioevo ai tempi nostri) che troverete all’interno dell’officina-museo?

Le campane di qualità che vengono prodotte qui sono il risultato evidente dell’unione di esperienza e amore per il proprio lavoro, della sana e diligente fusione del bronzo, formato esclusivamente da rame e stagno puro.
Un altro grande vanto per il nostro “made in Italy” da contribuire a diffondere, non pensate? 🙂

E L’ENOGASTRONOMIA? SIGNORI, SUA MAESTA’ IL CACIOCAVALLO E LA REGINA PORCHETTA!

Due prodotti semplici che affondano le loro origini e la loro lavorazione in tempi lontani e che trovano in Molise, soprattutto ad Agnone, una collocazione perfetta.
Il nome caciocavallo sembra derivare dall’uso di appendere le forme fresche –  di latte vaccino e legate a coppie –  a cavallo di un legno posto sul cavallo durante i lunghi periodi della transumanza per farle essiccare.
Non dimentichiamoci che il Molise è una terra dove sono ben visibili (e percorribili) i tratturi, veri e propri sentieri giganti,  spianati dal passaggio delle bestie e dei pastori durante appunto gli spostamenti della transumanza.
E se parliamo di transumanza, tradizione e sapori veri e genuini,  non possiamo non presentarvi il caseificio Di Nucci: 
Famiglia forte del suo passato, con un bisnonno – Lonardo Di Nucci,- pastore già alla fine del 1600, tramandano di generazione in generazione l’antica ricetta della preparazione del caciocavallo seguendo una filiera etica e sostenibile.

caseificio di Nucci

La famiglia Di Nucci, originaria di Capracotta, produce i formaggi tipici della civiltà della transumanza dal 1662. Il primo antenato di cui si ha traccia è Lonardo Di Nuccigià pastore e casaro alla fine del 1600. Per dieci generazioni l’arte casearia di famiglia è stata tramandata di padre in figlio. Così ancora oggi la famiglia Di Nucci produce formaggi a pasta filata con la sapiente manualità antica, custodita e praticata nella sede produttiva di Agnone, nel cuore dell’Alto Molise. Una manualità che si riconosce nella creazione di formaggi artigianali, pezzi unici che conservano il sapere antico e l’essenza del territorio.
Consigliatissimo il tour gratuito all’interno dell’azienda – guidati dalla simpatia e professionalità di Francesco – per vedere coi propri occhi come nasce un caciocavallo, annusarne il profumo,  osservare il miracolo della filatura della pasta per cui si passa dallo stato liquido del latte a quello solido fino ad ottenere la forma finale.
Tutto rigorosamente a mano, proprio come un tempo…

certo, vedere e non mangiare è una pena!

Dopo la degustazione compresa nel tour saprete già identificare il vostro grado di stagionatura preferito!
Non vi resta quindi che fare un salto in paese (due curve poco più in là del caseificio) e procedere all’acquisto del caciocavallo presso la bottega di Nucci.
Volete fare l’en plein di sapori?
Accompagnate il caciocavallo con un buon panino alla porchetta: le macellerie – come già detto – in Molise sono ovunque!

Porchetta, birra e nulla più

Su via Roma ne troverete diverse, difficile consigliare “la più buona”…ma possiamo suggerirvi di comprare tutto il necessario per un pic-nic en plein air e gustarvelo a porta Berardicelli.
Davvero vi serve altro? 😍
CAPRACOTTA

Capracotta, un nome, un perchè! 😁
Insieme ad Oratino, di cui parlavamo QUI é un altro di quei paesi e che – già solo con il nome –  che ci mette allegria ancor prima di visitarlo!
Tutti sorridono al nominare “Capracotta”, che sembra derivare da “capra” e “cotta” nel senso di “seccato al sole”, da una usanza dei pastori della zona per conservare la carne (cfr. Dizionario di toponomastica della UTET, p. 159, s.v. Capracotta)

Capracotta

La strada per raggiungere Capracotta, è un piacere per gli occhi e per lo spirito:

una miriade di tornanti con panorami tanto vasti da far respirare il cuore,  nuvole basse che sembra di poterle toccare e vento, tanto vento…

calcolate che siamo a 1400 m.s.l.m, in uno dei punti più alti degli Appennini, e il vostro minivan potrebbe sbuffare un po’ su queste salite…prendetevi tempo e percorrete il tragitto senza fretta, che tanto Capracotta è lì, e vi aspetta😉
Come per tutti i piccoli centri abitati del Molise è impensabile entrarci col minivan, ma potrete sostare QUI, ed entrare con una piccola passeggiata in paese.

Di Capracotta si hanno le prime notizie di insediamento umano datate intorno al I secolo d.C.  grazie al ritrovamento di alcune capanne circolari ed edifici in marmi collocati in un contesto urbano ben strutturato. L’attuale paese di Capracotta, invece, nasce sullo sperone della Terra Vecchia nei primissimi decenni del Medioevo durante la conquista longobarda del Mezzogiorno d’Italia e si sviluppa nei secoli successivi attraverso la pratica della transumanza, cioè lo spostamento invernale di pastori e bestiame dalle alture dell’Abruzzo al Tavoliere delle Puglie.
Quasi interamente rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale dalle truppe tedesche in ritirata verso la Val di Sangro con il fuoco e la dinamite, è stata completamente ricostruita intono agli anni ’50, e l’unica traccia rimasta oggi sono le antiche mura di cinta, spazio poi recuperato come fontana.

Oggi Capracotta è una stazione sciistica con un impianto di risalita sopra il Monte Capraro, e mantiene viva la sua tradizione di posto di villeggiatura molto piacevole.
Per i cinefili: in una citazione di Alberto Sordi ne Il conte Max, Capracotta è descritta come la Piccola Cortina D’Ampezzo degli Abruzzi.
Capracotta detiene anche un record: ha battuto Silver Lake in Colorado per la nevicata più abbondante e rapida nel 2015 : più di due metri di neve in sole17h!!!

SAPEVATE CHE IL MOLISE E’ LA PATRIA DEL TARTUFO?
tartufo Molisano

Una piacevolissima scoperta per noi, dato il Molise non era di certo nella lista delle regioni che associavamo a questo tubero così prezioso…e invece..
Il Molise è uno dei maggiori produttori a livello nazionale, e che addirittura alcune regioni sembra si approvvigionino dal Molise spacciandolo per proprio…
Tartufo bianco e nero, con la provincia di Isernia che – principalmente con i comuni di San Pietro Avellana, Carovilli e Capracotta  – detiene il primato, seguita da Castelmauro e Bojano per quanto riguarda le provincie di Campobasso.

Ci siamo domandati se tutto questo non sia pubblicizzato per preservare la “preziosità del territorio”: eppure non mancano le sagre e una mostra mercato che si tiene a San Pietro Avellana i primi di novembre. Proprio a San Pietro Avellana, c’è un’esperienza tutta da provare che è il  “Treno del tartufo bianco”, un’iniziativa che unisce il viaggio fatto su un treno con carrozze d’epoca sulla cosiddetta Transiberiana d’Italia – la tratta Sulmona-Carpinone – alla scoperta e degustazione proprio del tartufo.
Certo, non è un profumo né un sapore che tutti apprezzano, ma per noi è pura goduria ed abbiamo voluto assaggiarlo proprio a Capracottoa, al ristorante l’Elfo.
L’esperienza è stata sublime: la m’nestra patan (pasticcio di patate con pane raffermo, pancetta, tartufo nero e lenticchie) che ci presentano ha un’aroma che è un vero inno alla gioia!
Consigliatissimo accompagnarla con una bottiglia di Tintilia BIO del Molise e …dormire in loco! 😁

m’nestra patan
PIETRABBONDANTE

Salutiamo Capracotta e proseguiamo con la saga dei nomi simpatici Molisani (!!) facendo sosta a Pietrabbondante, forse seconda solo a Pesche come unicità…
Pietrabbondante – come suggerisce il suo nome – sorge su una montagna a 1027 m.s.l.m. incastonata fra enormi massi detti Morge ai piedi del monte Saraceno.
L’impatto che si ha nel vedere la prima volta Pietrabbondante è quello di maestosità, imponenza e grandezza, dato dalla morgia grande su cui poggiava un tempo il castello dei conti Borrello.

Pietrabbondante

Non resta niente ad oggi del castello-fortezza del X secolo, ma di sicuro la vista che si ha salendo sulla rocca merita.
Camminando pochi minuti su una leggera pendenza – che parte dal lato della chiesa di Santa Maria Assunta – si arriva ad abbracciare dall’alto tutta la vallata, tracciando il confine col vicinissimo  Abruzzo.

panorama dalla rocca di Pietrabbondante

Scendere in paese, girovagare nelle viuzze fra le case di pietra, bersi un aperitivo in uno dei bar del paese e scambiare quattro chiacchiere con un autoctono è uno dei “must-do” di Pietrabbondante!
L’altro invece è leggere nella pagina della proloco dei tanti eventi che vengono organizzati a Pietrabbondante: sì perchè nonostante la piccolezza del paese, Pietrabbondante è tutt’altro che inattivo!

Un paese che vive pochi mesi all’anno ma di vita intensa e piena di arte, storia e cultura

Musica, presentazioni di libri, vernissage e tante altre belle iniziative sono una traccia ben chiara di quella che vuol essere la resilienza dei giovani che hanno scelto di non lasciare il loro paese (nonostante le difficoltà)  ma di tenerlo vivo e promuoverlo agli occhi del mondo.
Scoprite i prossimi eventi di Pietrabbondante, chissà che non siate magari coincideranno con una vostra visita!
Una nota di colore e poesia? Le panchine decorate con frasi di personaggi celebri disseminate in tutto il centro storico 🧡

Poco fuori dal paese di Pietrabbondante seguite le indicazioni per il Teatro Italico  un complesso dedicato al culto di origine Sannitica.
Di modeste dimensioni è interessante per la sua posizione – dominante rispetto alla valle del Trigno – e per la conservazione di alcune decorazioni come i braccioli scolpiti a forma di zampe di leone alato dei sedili dell’anfiteatro.
Vi si trovano due templi “A” e “B” ed un teatro, con sedili in pietra dalla caratteristica forma anatomica, utilizzato come luogo di riunione. Nel periodo estivo vi si svolgono manifestazioni teatrali classiche.

BAGNOLI DEL TRIGNO

Quando pensate che le curve sono finite e di poter far riposare il vostro minivan ecco che…..spunta Bagnoli del Trigno!
E la vista di questo gioiellino è così bella che pensate “perchè non andarlo a vedere”??
E da lì in poi….auguri! 🤪
Strada purtroppo dissestata, con buche e dossi di qualsiasi tipo e misura, tant’è che quando arrivate a destinazione avrete voglia di rilassarvi un attimo nella piazza di questo grazioso paesino definito “la perla del Molise”
Siamo sempre in provincia di Isernia, a sud delle già citate Capracotta e Pietrabbondante, e Bagnoli del Trigno sembra nato dalle sapienti mani della fantasiosa madre natura, poggiato su una collina a ridosso di un massiccio roccioso che divide il fiume Trigno dal torrente Vella.

Bagnoli del Trigno

Bagnoli del Trigno si colloca a due differenti altezze, dai 660 metri di altitudine sino ad arrivare ai 783 metri nel punto più alto, ed è per questo socialmente e culturalmente scisso in due zone, rispettivamente chiamate Terra di sotto e Terra di sopra (apprezzeranno gli amanti di Tolkien).
Passeggiare lungo le vie che, dal centro storico, si diramano per l’intero paese è come fare un vero e proprio viaggio nel tempo. Solo 700 persone vi abitano, e i ritmi qui sono ancora lenti come in passato. Un posto meraviglioso, dunque, per rigenerarsi e ritrovare se stessi.

centro storico Bagnoli del Trigno

Punto calamitante del paese è il Castello ducale San Felice, con la sua massiccia presenza e raggiungibile tramite la scalinata San Felice: realizzata in epoca moderna con l’uso di sampietrini, è una via tortuosa ed in salita che parte dalla Chiesa di Santa Maria Assunta e conduce al punto più alto del paese, da cui si apre una splendida vista su Agnone e Pietrabbondante.
Il maniero, di origine medievale, ebbe all’inizio importanti funzioni difensive, per poi essere abbandonato nel corso degli anni e subire un restauro che ha portato alla scoperta di numerose zone di ampliamento che vennero aggiunte nel corso dei secoli. Il portale di accesso cinquecentesco, lo spazio di affaccio sulla vallata e il cortile superiore con giardino ci fanno pensare che si trasformò in abitazione o comunque in luogo di rappresentanza.
SE SIETE APPASSIONATI DI VINTAGE COME lo siamo NOI 

potrete affacciarvi alla casa sulla destra prima dell’accesso al castello e chiedere di Rosaria: oltre ad accogliervi con la gentilezza ed ospitalità tipica dei molisani, Rosaria vi aprirà le porte di una tipica casa contadina molisana dei primi anni del ‘900, completa di tutti i suppellettili.
Rosaria custodisce gelosamente bauli con coperte di viaggio ricamate, pentolame in rame ed utensili vari: un vero e proprio archivio storico di un’epoca contadina che ormai non esiste più ma che non dovrebbe essere di certo dimenticata..
Chissà se prima o poi la casa della bisnonna di Rosaria non si trasformerà in una casa-museo della civiltà contadina 😉

castello San Felice
SCAPOLI

Ultima tappa molisana prima dell’entrata in Abruzzo, Scapoli ci ha rapito il cuore: è strana la sensazione che si prova nel fermarsi in questo paese con meno di mille abitanti a ridosso delle Mainarde e della Valle del Volturno, ma c’è qualcosa di speciale che ancora oggi non mi spiego…
Sarà il cinguettio delle rondini che girano imperterrite intorno al paese e che si addormentano sui fili al calar del sole, o la simpatia degli abitanti che si ritrovano in piazza e ti guardano incuriositi, chissà…
Fatto sta che dovevano essere due notti a Scapoli che sono invece diventate quattro 😃
In un territorio ricco di bellezze naturali che rientra nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Scapoli è considerato uno fra i borghi più belli d’Italia,
Si sviluppa intorno al palazzo Marchesale dei Battiloro con le sue mura a strapiombo sulla roccia, che svelano l’originaria funzione di fortezza difensiva dell’edificio.
Dall’androne del palazzo detto “sporto” parte il caratteristico cammino di ronda, in un primo tratto chiamato Scarupato e fiancheggiato da un lato da piccoli portoncini e dall’altro da una serie di archi a tutto sesto dalle quali è possibile ammirare il paese sottostante.
Nella piazzetta sottostante il Palazzo si può ammirare il Monumento allo Zampognaro realizzato nel 1980 dallo scultore Vittorio Piotti e adagiato su un basamento di roccia locale.

Superato questo tratto si raggiunge il punto più panoramico del cammino di ronda, dal quale è possibile vedere le rovine di Rocchetta Vecchia e le cime Monte Marrone e Monte Mare delle Mainarde.

Rocchetta Vecchia

ad Agnone le campane, a Scapoli la zampogna

E’ in questo paesino infatti che l’arte della fabbricazione di questo strumento musicale si è tramandata per secoli, attraverso il lavoro degli artigiani locali. Ancora oggi esistono alcune botteghe di costruzione delle zampogne e assistere alla loro realizzazione o parlare con un artigiano è un’esperienza unica.
Le zampogne di Scapoli rappresentano uno degli elementi più forti dell’identità delle popolazioni di questo territorio e ad esse è stato dedicato un museo della zampogna, ospitato nel Palazzo Mancini nel cuore del borgo antico.
La Zampogna è uno strumento di origine antichissima che nei secoli ha accompagnato i pastori durante i periodi di transumanza,  ed il cui suono in Molise è ancora presente e particolarmente familiare perché preannuncia l’avvento del Natale.

Scapoli è meravigliosa la sera, quando le rondini si acquietano e si dispongono in fila indiana a formare una simmetria perfetta….
Fermatevi sul rondò delle mura ad ammirare le stelle e annusare quel senso di pace che pochi posti al mondo sanno ancora dare ❤️

rondini Scapoli
Pensate sia davvero tutto per il Molise?

Vi sbagliate, perchè nella prossima puntata vi porteremo in laghi ghiacciati dal colore del turchese, oscillanti fra il Molise e l’Abruzzo, dove rinfrescarsi le idee e passare notti totalmente in libertà col minivan 🚐 🤩
Vorresti esplorare questa splendida regione in minivan?
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Stop dreaming, start vanning