
E’ doveroso per far notare che Nicolas Bouvier, giornalista e scrittore nel suo romanzo del 1963 “La polvere del mondo“, narra le proprie vicende in viaggio con un amico pittore da Ginevra fino al Khyber Pass nel 1953 a bordo di una Topolino: grazie ai loro testi e ai loro disegni coprirono le spese per un viaggio durato 18 mesi attraverso i Balcani e arrivando fino al Pakistan, anticipando di oltre un decennio il percorso che sarebbe stato poi battezzato l’Hippie Trail.
La prerogativa di questo viaggio, effettuato prevalentemente da europei, nord americani e australiani che si muovevano alla scoperta dell’Oriente, era quella di entrare il più possibile in contatto con le comunità locali contenendo i costi, viaggiando su autobus o minivan privati affittati a basso costo.Con alcuni treni si riusciva a raggiungere dall’Europa dell’est la città Iraniana di Mashhad, per poi proseguire con mezzi privati, autostop e autobus quasi mai confortevoli un po come gli ostelli economici, ma che davano vita a grandi sinergie e voglia di raccontarsi.
I viaggiatori erano prevalentemente single, ma c’erano anche coppie e famiglie: tutti si avventuravano in questo tour alla scoperta di quella che oggi chiameremo una parte della Via della Seta, e molti di loro riuscivano a concludere la rotta.
L’utilizzo di minivan attrezzati soprattutto Volkswagen par la loro innata resistenza, nacque appunto dall’esigenza di risparmiare tempo e denaro per godere di un periodo di viaggio più lungo possibile e potersi soffermare nei punti più interessanti: nessuna pianificazione, nessun programma da seguire, un tetto sopra la testa e la libertà di fermarsi dove piaceva.
